12.30.2007

Felice anno nuovo




12.24.2007

Letterina

Caro Gesù Bambino,
oggi è la vigilia di Natale, e io sono felice perché anche quest’anno Natale è arrivato, nonostante tutto. E non importa se sono pronta o no, come ho vissuto quest’anno o che cosa ho fatto oggi, se sono stata buona oppure no. Lo so benissimo che non stai a farci i conti in tasca. Natale c’è, punto. Questo mi piace tantissimo.
In questi ultimi giorni ho sentito tante opinioni diverse sulle feste imminenti. La maggior parte delle persone non vede l’ora di godere di un momento di riposo, e questo è giusto. Molti si lamentano del fatto che ormai sia una festa consumistica, e anche questo può essere vero (a me comunque piace fare e ricevere regali). Sentire queste cose mi fa un po’ arrabbiare e un po’ mi rende triste.
Io sono stata fortunata, perché una parola mi è venuta incontro qualche sera fa, mentre ero a suonare in chiesa. Di solito pensiamo che l’Avvento sia il tempo in cui più intensamente dobbiamo attendere la venuta del Signore, un tempo di sforzo, in qualche modo. Don Marco ha detto una cosa che ha rovesciato la prospettiva: l’Avvento è il tempo in cui Dio si avvicina.
Allora ti chiedo questo regalo: vorrei che tutte le persone, indipendentemente da quello in cui credono, si fermassero un momento e sentissero Dio vicino.
Un abbraccio

Federica

12.23.2007

Auguri!


A tutti coloro che passeranno di qua: buon Natale!


12.17.2007

il talento e le scelte

Ho giusto qualche minuto prima di cominciare a cucinare, così ho pensato di andare a frugare tra i miei "estratti libreschi", cioè in quella raccolta di passaggi tratti da libri che mi sono particolarmente piaciuti, deposito in crescita continua. Mi sono imbattuta in un passo di Peter Hoeg, La bambina silenziosa in cui si afferma che il talento è la capacità di escludere. Tutti quanti facciamo delle scelte. Alcune sono indolori, quasi automatiche, altre difficili. E' una questione che mi mette sempre sulle spine, perché mi sento chiamata terribilmente in causa, io che amo fare tantissime cose e che mi riduco spesso a dedicare loro meno tempo di quanto vorrei. Accade ancora così, anche in questi mesi strani e ricchi, anche se sembra che la nebbia si stia diradando. Quasi sempre penso che se il talento è questo, io non ne ho per nulla. Ma forse non è così: molte qualità sono più difficili da gestire di poche qualità. Sono superba? Forse sì. Lo scoprirò nel tempo. Sento semplicemente la responsabilità di farle crescere.
Mi capita frequentemente di pensare al modo in cui, da ottobre a questa parte, tutto si sia mosso con estrema rapidità. Eppure non sono stanca, non è questo che mi porta stanchezza. Alcune decisioni si sono imposte con una forza che mi ha stupito: la ripresa del lavoro sulla tesi di dottorato per prepararla alla pubblicazione (incrociamo le dita), l'iscrizione al Master per Multimedia Project Manager, l'entusiasmo di mettersi a imparare cose nuove, il desiderio di restituire slancio al mio interesse per la musica, progettando una sterzata verso due ambiti diversi e in gran parte sconosciuti, come il jazz e la musica antica.
E' tutto soltanto all'inizio, ma mi sorprende. Tutte queste scelte nascondono insidie e il rischio di un fallimento. Sono investimenti grossi, ho bisogno di forza.

12.09.2007

Essere utili

Mercoledì scorso ho fatto due chiacchiere con una studentessa. Il nostro discorso mi ha portata a riflettere sulla necessità che sentiamo di renderci utili. Credo sia un'aspirazione molto nobile, ma nasconde il rischio del sacrificio di sè: sulla base di quali criteri, infatti, decidiamo che un comportamento è servizio e uno non lo è? Un medico, un infermiere, un insegnante, un assistente sociale, uno psicologo... sono necessariamente persone a servizio di qualcuno^ E uno spazzino, un pittore, un commerciante, un conducente di autobus, un manager, un impiegato, un cantante no?
L'attenzione all'altro è necessaria alla nostra felicità? Credo di sì. come lo è il suo reciproco, cioè il fatto che gli altri prestino attenzione a noi (mi vengono in mente parole che ascolto spesso alla radio in questi giorni: I need a friend to be happy). Ma questa attenzione si concretizza necessariamente in determinate attività e non in altre? Penso proprio di no. Certo, se sono sdraiato su una spiaggia a prendere il sole, la mia attenzione potrebbe sembrare poco evidente. Però anche il riposo e la cura di sé sono parti essenziali dell'esistenza. Esaurito servo a ben poco. Invece se mi dedico con impegno e passione a cio che faccio, a ciò che è mio dovere ma anche a ciò che mi dà soddisfazione, sto costruendo i presupposti di una mia pubblica utilità, facendo di me una persona felice.

11.30.2007

Dare sapore alle cose

Questa mattina mi è capitato sotto il naso un passaggio di un libro che ho letto quest'estate: E' una vita che ti aspetto, di Fabio Volo. Ma è un libro che parla solo di sesso, osserverà qualcuno. Invece no. E' un libro che parla di crisi. Mi ricordo di aver pensato, leggendolo: Cavolo, c'è più gente in crisi di quanta pensassi. Perché in effetti non sembrerebbe, ad uno sguardo distratto.
Accade probabilmente intorno alla soglia dei trent'anni: uno si guarda addosso e cerca di fare un bilancio. Ci si chiede dove si è arrivati, a cosa sono serviti gli sforzi fatti, se si è soddisfatti di come si è, si pensa a dove si vorrebbe andare. Mi sembra una cosa bella, anche se porta con sé una dose di sofferenza.
Ma il passo in questione mi piaceva per un altro motivo. Il protagonista si domanda se le cose abbiano sapore in sé, oppure se sia l'incontro con ciascuno di noi a darglielo. Non è male come pensiero. Ci restituisce un grande potere, la possibilità di influenzare le cose. Come i profumi reagiscono in modo diverso al contatto con la pelle di ognuno, così le percezioni sono diverse da persona a persona. Dipende da noi. E probabilmente abbiamo un ampio margine di scelta.
Questa mattina mi sono svegliata un po' triste. Non avevo voglia di alzarmi e di andare a Milano a lavorare. Mentre ero in macchina e osservavo il disco rosa del sole appena nato, ho pensato al mio piccolo sole interiore. La giornata sta andando davvero bene.

11.26.2007

la danza e/è la vita

Mi sono fatta un regalo: ho partecipato al III Congresso internazionale di Danze orientali che si è tenuto a Riccione dal 23 al 25 novembre. Tre giorni di lezioni e spettacoli per conoscere altri maestri e raccogliere spunti.
La mia avventura nel mondo della danza è incominciata nel settembre 2006, alla bella età di 29 anni. Non avevo mai ballato prima, non avevo mai praticato un'attività sportiva regolare perché non trovavo nulla di divertente. Poi un'amica mi ha parlato della danza del ventre: io ho cominciato, lei no. Ed è stato da subito un bel viaggio, un modo bello di stare con me stessa, di non pensare a nulla, di condividere con altre donne un interesse che ci accomuna.
Venerdì mattina siamo partite in sei. Le mie compagne erano tutte ad un livello più avanzato di me e i loro consigli sono stati preziosi. Il primo giorno mi sono sentita piuttosto imbranata, ma portavo con me una frase detta da Chiara durante il viaggio: l'anno scorso sono tornata sentendomi più sicura. E' successo anche a me. In questo fine settimana ho avuto la possibilità di imparare qualcosa di nuovo, di vedere moltissima gente ballare, di capire cosa preferisco, di percepire in modo più profondo quello che faccio.
Ho capito che è una storia d'amore che sta cominciando, tra me e il mio corpo. Ogni gesto mi parla e parla di me. Ho qualcosa da ascoltare e qualcosa da dire. So che anche questa esperienza andrà a completare il quadro, insieme al gusto per la parola e per la musica. So che anche questa esperienza andrà a definire meglio il mio rapporto speciale con il tempo, con il mio tempo, con la mia musica. Lo diceva anche la mia amica Sandra: lo Spirito suona per ciascuno di noi, il problema è che qualche volta andiamo fuori tempo.

11.21.2007

Weekend ballerino

Carissimi lettori, vi abbandonerò per qualche giorno. Da venerdì a domenica sarò infatti a Riccione per un Convegno sulla danza orientale. Ci vediamo la prossima settimana, spero non a pezzi!

11.19.2007

Condivido un regalo

Ogni lunedì don Marco manda a tutti i suoi amici un augurio di buona settimana, in forma di storia. Io faccio parte del gruppo, così oggi ho ricevuto un regalo che voglio condividere. La storia di oggi si concludeva in questo modo:
«Io credo in te» è molto più di una dichiarazione d'amore. È la forza più pura che esiste.
Lo penso anch'io e mi è piaciuto tanto che qualcuno me lo ricordasse.

Trovate la storia completa qui:
http://www.pensieridelgufo.it/Eilgufodisse187.htm

11.18.2007

Sguardi nuovi

In questi ultimi due mesi ho incontrato e conosciuto più persone nuove di quante ne abbia conosciute nell'ultimo anno, e ne sono estremamente felice. Questi nuovi contatti hanno qualcosa in comune: si sono generati perché si è scoperto di condividere qualcosa. Alcune di queste persone sono solo nomi e scambi di mail, non ci siamo mai incontrati fisicamente. Eppure ho notato qualcosa di sorprendente: spesso le conversazioni intrecciate hanno una profondità che manca nel quotidiano. Penso che accada per almeno due motivi: sono scambi cercati e in qualche modo straordinari, cioè fuori dall'ordinario, dalla routine; le persone che ci sono più vicine hanno un'idea talmente precisa di noi che faticano a liberarsene, le persone che ti incontrano per la prima volta non hanno ancora alcuna idea su di te. Allora può succedere che si riceva uno sguardo nuovo, una comprensione diversa di sé.

11.15.2007

Aiutare la speranza

Anche la speranza ha bisogno di una mano. Non vi è mai capitato? Avete grandi progetti e il resto del mondo sembra non aver altro di meglio da fare che demolirli. Sarà per questo che oggi mi sento più di terra che di nuvole.

11.14.2007

Divertirsi

Un mio amico un giorno mi ha detto: fai quello che ti diverte, e diventa tanto brava che la gente sia disposta a pagarti perché tu continui a farlo. In università mi sembra che non funzioni granché. Eppure sarebbe perfettamente comprensibile: C'è una persona molto brava a fare una cosa, facciamo in modo che possa continuare a farla. Ok, controllando che il suo lavoro abbia un minimo di senso. Comunque, se esistono i premi IGNOBEL, vuol dire che vengono finanziate anche imprese idiote.
A me non sembra di fare cose inutili. Spero che la sua profezia si avveri presto.

11.10.2007

Porte chiuse, porte aperte

Gli eventi esterni, ovvero tutto quello che sembra fuori dal nostro controllo, possono essere subiti o interpretati. Due anni fa ho avuto l'impressione che una porta si chiudesse violentemente di fronte a me: il desiderio di continuare a studiare era stato frustrato da difficoltà di ordine economico, dalla chiusura che percepivo intorno a me. E' stato molto spiacevole, ma mi ha costretto a guardarmi attorno, dentro e fuori di me. Ho resistito solo nella misura necessaria a pubblicare i miei lavori, poi ho chiuso tutto nel cassetto, con rabbia.
Ho sentito acuta la nostalgia per attività trascurate e così ho ricominciato a suonare e a disegnare. Mi sono interessata ad argomenti completamente estranei al mio consueto ambito di interesse: pubblicità, comunicazione, programmazione neurolinguistica. Mi sono detta che il mondo era più interessante dei libri. Ho anche pensato di essermi persa. Ho deciso che dovevo cambiare strada per non deprimermi oltre misura, con il risultato di essere in qualche modo tornata a casa. Finalmente la rabbia lascia il posto ad una nuova consapevolezza.
Adesso mi balena davanti la luce proveniente da uno spiraglio. Provo a crederci, nonostante tutto. E scopro che anche quello che credevo di non sapere più non è andato perduto. Oggi per la prima volta so che volevo arrivare qui.

11.07.2007

Una vita = mille sorprese

Adoro le sorprese. Creano una specie di interferenza con gli schemi consolidati (ma che cos'è uno schema consolidato? Da dieci anni a questa parte, le mie giornate sono una diversa dall'altra) e aprono spiragli di novità. Talvolta si tratta solo di una visione diversa, talvolta si tratta di nuovi percorsi che si aprono davanti a noi. Il mese di ottobre si è aperto così, con un imprevisto, cercato ma non più atteso. Dovevo scegliere se fare marcia indietro oppure se assecondare l'apparente impertinenza della sorte. Ho deciso di assecondarla e la scelta si è rivelata quella giusta. E' bastata una settimana diversa per scuotermi dal torpore che l'estate mi aveva fatto piombare addosso e per inserirmi in un nuovo corso di eventi. Ora mi sento ribollire quietamente, le idee vengono a galla da sole, senza fatica. Ma occorre, di nuovo, fare delle scelte.

11.06.2007

Nuove strade

Spesso procediamo secondo le nostre abitudini. E' comodo, rassicurante e anche economico. Però mi chiedo quanto senso abbia ostinarsi a farlo quando ci rendiamo conto che così non funziona. Il rischio in agguato è quello di convincersi che non esistano alternative ed è un rischio che mi spaventa tantissimo. Addirittura lo considero il vero spartiacque tra giovinezza e vecchiaia: non l'età, non l'esperienza, ma la capacità di scorgere altre strade. Ci sono arrivata osservando persone che mi stanno attorno: dove sono finiti i sognatori? Si nascondono bene, ma ce ne sono ancora molti e io, per mestiere, qualche volta li incontro. E' un grande dono.

11.05.2007

Questa idea è mia

L'esasperazione può essere una forza positiva? Credo di esserne la prova. Questo blog prende l'avvio da un moto di ribellione nei confronti di chi ragiona solo per aut-aut. E vuole essere una porta spalancata a tutti coloro che credono possibile essere, fare, avere ciò che è importante, senza sconti.

Un mio amico, Luigi, un giorno mi ha detto: "Le idee sono nell'aria, prima o poi qualcuno le acchiappa". Da allora lo tengo presente ed è per questo che ho deciso di cominciare oggi, anche se il tempo a mia disposizione in questo periodo non è tantissimo: avevo una buona idea per il titolo e non volevo che mi sparisse sotto il naso.

In questa prima fase del viaggio mi accontenterò di procedere lentamente, almeno un passo alla settimana, nella speranza di infittire gli appuntamenti il più presto possibile.