11.30.2007

Dare sapore alle cose

Questa mattina mi è capitato sotto il naso un passaggio di un libro che ho letto quest'estate: E' una vita che ti aspetto, di Fabio Volo. Ma è un libro che parla solo di sesso, osserverà qualcuno. Invece no. E' un libro che parla di crisi. Mi ricordo di aver pensato, leggendolo: Cavolo, c'è più gente in crisi di quanta pensassi. Perché in effetti non sembrerebbe, ad uno sguardo distratto.
Accade probabilmente intorno alla soglia dei trent'anni: uno si guarda addosso e cerca di fare un bilancio. Ci si chiede dove si è arrivati, a cosa sono serviti gli sforzi fatti, se si è soddisfatti di come si è, si pensa a dove si vorrebbe andare. Mi sembra una cosa bella, anche se porta con sé una dose di sofferenza.
Ma il passo in questione mi piaceva per un altro motivo. Il protagonista si domanda se le cose abbiano sapore in sé, oppure se sia l'incontro con ciascuno di noi a darglielo. Non è male come pensiero. Ci restituisce un grande potere, la possibilità di influenzare le cose. Come i profumi reagiscono in modo diverso al contatto con la pelle di ognuno, così le percezioni sono diverse da persona a persona. Dipende da noi. E probabilmente abbiamo un ampio margine di scelta.
Questa mattina mi sono svegliata un po' triste. Non avevo voglia di alzarmi e di andare a Milano a lavorare. Mentre ero in macchina e osservavo il disco rosa del sole appena nato, ho pensato al mio piccolo sole interiore. La giornata sta andando davvero bene.

11.26.2007

la danza e/è la vita

Mi sono fatta un regalo: ho partecipato al III Congresso internazionale di Danze orientali che si è tenuto a Riccione dal 23 al 25 novembre. Tre giorni di lezioni e spettacoli per conoscere altri maestri e raccogliere spunti.
La mia avventura nel mondo della danza è incominciata nel settembre 2006, alla bella età di 29 anni. Non avevo mai ballato prima, non avevo mai praticato un'attività sportiva regolare perché non trovavo nulla di divertente. Poi un'amica mi ha parlato della danza del ventre: io ho cominciato, lei no. Ed è stato da subito un bel viaggio, un modo bello di stare con me stessa, di non pensare a nulla, di condividere con altre donne un interesse che ci accomuna.
Venerdì mattina siamo partite in sei. Le mie compagne erano tutte ad un livello più avanzato di me e i loro consigli sono stati preziosi. Il primo giorno mi sono sentita piuttosto imbranata, ma portavo con me una frase detta da Chiara durante il viaggio: l'anno scorso sono tornata sentendomi più sicura. E' successo anche a me. In questo fine settimana ho avuto la possibilità di imparare qualcosa di nuovo, di vedere moltissima gente ballare, di capire cosa preferisco, di percepire in modo più profondo quello che faccio.
Ho capito che è una storia d'amore che sta cominciando, tra me e il mio corpo. Ogni gesto mi parla e parla di me. Ho qualcosa da ascoltare e qualcosa da dire. So che anche questa esperienza andrà a completare il quadro, insieme al gusto per la parola e per la musica. So che anche questa esperienza andrà a definire meglio il mio rapporto speciale con il tempo, con il mio tempo, con la mia musica. Lo diceva anche la mia amica Sandra: lo Spirito suona per ciascuno di noi, il problema è che qualche volta andiamo fuori tempo.